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L’era medievale vide l’ascesa della cavalleria pesante, in particolare il cavaliere europeo. Gli storici non sono sicuri di quando sia avvenuto per la prima volta l’uso della cavalleria pesante sotto forma di truppe d’assalto a cavallo, ma la tecnica si era diffusa verso la metà del XII secolo.
La stessa carica di cavalleria pesante non era un evento comune in guerra. Le battaglie campali venivano evitate se possibile, con la maggior parte delle guerre offensive altomedievali che assumevano la forma di assedi, o rapide incursioni a cavallo chiamate Chevauchée, lett. “cavalcate”, finalizzate ad indebolire l’avversario, principalmente bruciando e saccheggiandone il territorio per ridurne la produttività, durante le quali erano preferite bestie forti e rapide, i corsieri, mentre i pesanti destrieri erano lasciati al sicuro nelle loro stalle.
Le battaglie campali a volte erano inevitabili ma raramente venivano combattute su un terreno adatto alla cavalleria pesante. Sebbene i cavalieri a cavallo rimanessero efficaci per gli attacchi iniziali, nel XIV secolo era comune per loro smontare per combattere a piede, facendo così pesare nello scontro la loro superiore abilità marziale ed il loro armamento di qualità. I cavalli erano allora mandati nelle retrovie e tenuti pronti per un eventuale inseguimento.
Arcieri a cavallo (probabilmente Mongoli) su una pergamena del XIV secolo.
Durante le guerre che vedono confrontarsi popoli diversi, s’incontrano molti stili di equitazione e vari usi militari del cavallo.
Se la cavalleria pesante costituì l’élite degli eserciti occidentali, specialmente in Francia, gli eserciti di armeni, magiari, bulgari, turchi e mongoli, tra gli altri, impiegano principalmente arcieri a cavallo, spesso ben corazzati ma montati su bestie agili, solitamente prive di barda o con una corazzatura minima.
Grazie all’uso dell’arco composito e di piccoli cavalli veloci, questi popoli dominavano le terre che conquistano con le loro truppe leggere e mobili, così come avevano fatto gli Unni al collasso dell’Impero romano.
Gli eserciti di Gengis Khan, composti esclusivamente da cavalieri, sia agili arcieri a cavallo sia lancieri su cavalli bardati, terrorizzarono i popoli dell’Europa occidentale nel XIII secolo.
Gli eserciti dei Mori, composti quasi esclusivamente da cavalieri, armati alla leggera ed usi ad utilizzare l’arco in sella, avevano del pari conquistato l’Europa meridionale al principio del Medioevo.
Nella fase tarda del Basso Medioevo (circa 1300-1550), le grandi battaglie divennero più comuni, probabilmente a causa del successo delle tattiche di fanteria e dei cambiamenti nelle armi.
Poiché tali tattiche lasciavano spesso il cavaliere smontato, il ruolo del cavallo da guerra cambiò. In Europa orientale la sempre più marcata penetrazione del neonato Impero ottomano favorì il rapido sviluppo di forme di cavalleria leggera similari a quelle del nemico turco: anzitutto gli husar della Serbia, antenati dei moderni ussari.
In Europa occidentale la svolta fu provocata dall’adozione, nelle forze di cavalleria, delle armi da fuoco, con lo sviluppo di forze cavalleria leggera e pesante, i corazzieri, armate di archibugio (poi carabina) e pistola a ruota nel corso del XVI secolo.
Nel XVII secolo, il destriero medievale era diventato un ricordo del passato, sostituito da cavalli più leggeri e veloci che venivano portati in battaglia senza armatura. Per tutto il periodo, i cavalleggeri furono usati per l’esplorazione e la ricognizione; fornivano anche uno schermo difensivo per gli eserciti in marcia.
Grandi squadre di cavalli da tiro, o buoi, venivano usati per trainare l’artiglieria. Altri cavalli trainavano carri e trasportavano rifornimenti per gli eserciti. wikipedia
[Redazione Giornalisti Equestri]