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Le donne guerriere venivano tradizionalmente governate da due regine, una della pace (politica interna) e una della guerra (politica “estera”). Tra le regine più conosciute si ricordano Talestri, Mirina, Ippolita, Antiope, Melanippe e Pentesilea.
In Geografia XI.5.4-5, Strabone descrive il costume delle Amazzoni di compiere, ogni primavera, una visita nel territorio del popolo vicino dei Gargareni, i quali si offrono ritualmente per accoppiarsi con le donne guerriere affinché possano generare dei figli.
L’incontro avviene in segreto, nell’oscurità, perché nessuno dei due amanti possa conoscere l’identità dell’altro. Secondo Plutarco la stagione degli accoppiamenti dura due mesi, ogni anno. Poi le Amazzoni fanno ritorno nei loro territori.
La sorte della prole muta a seconda del sesso del nascituro. I maschi, secondo Strabone, vengono rimandati nel luogo d’origine e ogni gargareno adulto adotta un bambino senza sapere se sia o meno suo figlio; le femmine, invece, rimangono con le madri e vengono allevate ed educate secondo i loro costumi e istruite, in particolare, alle tecniche di caccia e di guerra. Altre leggende sostengono che i figli maschi venissero castrati e tenuti come schiavi di manovalanza
In base alle raffigurazioni antiche le Amazzoni combattono a cavallo e a piedi, usando le armi ordinarie dei greci e a volte alcune armi “barbariche” come l’ascia bipenne e lo scudo lunato. Tipiche vesti delle amazzoni sono il berretto frigio e la tunica scita con pantaloni vivacemente decorati.
Sulla base delle fonti classiche, le Amazzoni vivono nella Scizia, presso la palude Meotide o in un’area imprecisata delle montagne del Caucaso da cui sarebbero migrate, successivamente, sulla costa centro-settentrionale dell’Anatolia (o viceversa da questa in Scizia).
Eschilo, nella sua tragedia Prometeo incatenato, sposa l’origine caucasica e accenna alla migrazione quando fa profetizzare, da Prometeo, la sorte di Io. Alla fanciulla – che è stata trasformata in giovenca e che sta disperatamente fuggendo dal castigo di Era – viene rivelato il fatto che la aspetta un lungo viaggio, alla fine del quale raggiungerà il Bosforo, dove sarà liberata, non prima, però, di aver visitato vari luoghi dell’Asia occidentale tra cui i monti del Caucaso e la palude Meotide dove vivono le Amazzoni.
Le donne guerriere, secondo il titano, migreranno successivamente nell’Anatolia fondando la città di Temiscira presso il fiume Termodonte nella regione del Ponto.
Erodoto le colloca, invece, in Scizia presso il fiume Tanai cercando di coniugare, così come già accennava Esiodo, i vari racconti mitologici degli scontri fra gli eroi greci e le Amazzoni di Temiscira con i resoconti etnografici dell’epoca sui Sarmati, una popolazione nomade di etnia iranica, le cui donne combattevano con gli uomini a cavallo, vestivano come loro e non si sposavano prima di aver ucciso un nemico in battaglia.
Erodoto, contrariamente a Eschilo, fornisce un elaborato racconto della migrazione delle Amazzoni, sconfitte dai Greci, dall’originale sede di Temiscira fino alla palude Meotide ove si sarebbero unite ad un gruppo di giovani maschi Sciti migrando, successivamente, assieme a costoro in una zona imprecisata lungo il corso del fiume Tanai. In quel luogo, i loro figli avrebbero dato origine ad un unico popolo: i Sauromati (Sarmati).
La fusione fra le due popolazioni, avrebbe originato, tra i Sarmati, una ginecocrazia ovvero una società matriarcale secondo alcuni autori classici fra cui Plinio il Vecchio.
Strabone, qualche secolo dopo, nella sua Geografia, colloca ancora il popolo delle Amazzoni in quell’oriente favoloso per l’uomo greco che comprende Scizia, Persia e India, parimenti abitato da popoli reali e fantastici, specificando, però, che le sue fonti sono in disaccordo indicando due regioni distinte.
Secondo Teofane di Mitilene che avrebbe compiuto, come riferisce Strabone, una spedizione in quei luoghi, le Amazzoni vivrebbero ai confini settentrionali dell’Albania caucasica in quanto separate dal fiume Mermadalis dalle terre degli Sciti e di altre popolazioni nomadi del Caucaso.
Secondo altre due fonti di Strabone, gli storici Ipsicrate e Metrodoro di Scepsi, le Amazzoni abiterebbero una valle fra i Monti Cerauni, nell’Armenia, e confinerebbero con i Gargareni, un popolo costituito esclusivamente da individui maschi con cui le Amazzoni si accoppierebbero per assicurarsi la sopravvivenza.
«guerriera ardita,
che succinta, e ristretta in fregio d’oro
l’adusta mamma, ardente e furïosa
tra mille e mille, ancor che donna e vergine,
di qual sia cavalier non teme intoppo.»
(Publio Virgilio Marone, descrizione di Pentesilea, Eneide, libro I, 810-814 [orig. lat.: 491-493], traduzione di Annibale Caro)
Fonte e foto Wikipedia
[Redazione Giornalisti Equestri]