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I Templari, lupi con i nemici sul campo e agnelli nella pace delle proprie mura. Il loro sogno era condividere la storia tra fede e ragione: Atene e Gerusalemme. Precursori della federazione europeistica con vincoli saldi di fratellanza fra i popoli, del Mediterraneo di allora.
I Cavalieri furono uomini alla ricerca ddel senso compiuto, cerniere di relazioni tra civiltà diverse. La base dei loro rapporti era il rispetto con la quale cresceva la fiducia, avvicinando in questo modo razze umane di più paesi e lingue. Oggi sono in molti che cercano di interpretare i loro segni, le pietre scolpite, le tracce da essi lasciate in luoghi ameni o sacri.
Pochi sono riusciti a capire chi erano i Templari, i quali pregavano nove volte al giorno, in chiese scarne, semplici aule essenziali, ma profonde di significato.
La vita del Tempio durò però poco, due secoli dal 1118, fondato a Gerusalemme da otto cavalieri, davanti al re cristiano Baldovino.
La scomparsa dei Templari lascia un segno indelebile dell’utopico desiderio di unione fra i popoli, di Cavalieri che ragionavano con discernimento.
Il messaggio ancora oggi risuona come melodica musica, di coloro che cercavano la verità nella ricerca.
I loro insegnameni sono rimasti scolpiti in pietre, ove la mente ed occhi puri potranno capire che l’Oriente non è un luogo ma una condizione dello spirito, un cammino che non conosce la fine. Quanti oggi parlano di comprensione, condivisione, tolleranza, ma poi nella realtà si comportano come famelici iene che scannano il prossimo ?
Molti sono questi che si puliscono la bocca di belle parole. Eppure ci sono insegnamenti di validi costruttori, i quali ripetono da secoli che, per conoscersi, bisogna parlarsi; è una questione di volontà che possiamo attivare usando la leva della cultura, plasmando l’atteggiamento che non dovrà mai essere improntato alla superiorità, anche elitaria, bensì armoniosa sintesi per capire il nostro interlocutore.
I Templari erano effettivamente progressisti e precursori in quanto furono rivoluzionari a tal punto che, nell’Ordine ammisero le donne, diffusero la cultura religiosa e la condivisero con altri popoli. Fra le regole l’art.48 ricordava ai cavalieri del Tempio: “Per motto divino, vi comandiamo di evitare una grave piaga: invidia, dicerie, livori e maldicenze”.
Quanti sono oggi coloro che, in qualsiasi ambito, si comportano secondo quella regola ? I Templari avevano un amore continuo nella ricerca e sapevano che, la speranza, è l’apertura delle porte più chiuse.
Le parole che essi usavano nel cercare coraggio, nei momenti più vari della vita quotidiana, sono un altro esempio di ciò che essi rappresentavano sulla strada della conoscenza. Esperti muratori ed apprendisti di Vita. Esempi da seguire in questo mondo grigio, ove i colori stanno scomparendo giorno per giorno.
Comportiamoci con discernimento, evitando di giudicare le apparenze, il più delle volte ingannevoli, dettate dal carattere di una persona, da chi pensa di conoscerlo eventualmente causati da vari motivi personali di antipatia. Usiamo su noi stessi lo scalpello per approfondire il nostro egocentrismo verso il prossimo. Facciamo in modo che gli altri si rendano conto che noi siamo menti aperte con pensieri creativi.
(Federico Mattaliano)
Nota
La fonte ispiratrice di questo articolo è il numero uno di HIRAM del c.a.