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Il cavallo è apparso in pitture rupestri preistoriche come quelle di Lascaux, che si stima abbiano circa 17.000 anni.
Forme di colline preistoriche sono state lavorate a forma di cavallo, in particolare il Cavallo Bianco di Uffington, un esempio della tradizione delle sculture di cavalli sui fianchi delle colline, che esistevano da migliaia di anni e continuano ancora nell’era attuale.
Tra le statuette di Vogelherd del Paleolitico superiore, scoperte in Germania, sculture in miniatura fatte di avorio di mammut, attribuite a paleo-umani della cultura aurignaziana che sono tra le opere d’arte figurativa più antiche del mondo, c’è la figura di un cavallo.
L’immagine equina era comune nell’antica arte egizia e greca. Immagini più raffinate che mostravano una maggiore conoscenza dell’anatomia equina apparvero nella Grecia classica e in opere romane successive.[3] I carri trainati da cavalli erano comunemente raffigurati nelle opere antiche, ad esempio sullo Stendardo di Ur intorno al 2.500 a.C.
I Greci ed i Romani inventarono la statua equestre. Il miglior esempio sopravvissuto è la statua equestre di Marco Aurelio a Roma. I cavalli di San Marco sono l’unico esempio sopravvissuto dell’antichità classica di una monumentale statua della Quadriga.
Il cavallo era meno diffuso nell’arte paleocristiana e bizantina, sopraffatto dal dominio di temi religiosi.
Il periodo del Rinascimento a partire dal XIV secolo portò ad una rinascita del cavallo nell’arte. Tra i pittori di questo periodo che raffigurarono il cavallo figurano Paolo Uccello, Benozzo Gozzoli, Leonardo da Vinci, Albrecht Dürer, Raffaello, Andrea Mantegna e Tiziano.
Nel 1482 il Duca di Milano Ludovico il Moro, commissionò a Leonardo da Vinci la creazione della più grande statua equestre del mondo, un monumento al padre del duca Francesco, tuttavia il Cavallo di Leonardo non fu mai completato, (fino a quando non fu replicato alla fine del XX secolo).
Nell’età barocca si affermò la tradizione della ritrattistica equina, con artisti come Peter Paul Rubens, Anthony van Dyck e Diego Velázquez che ritraevano soggetti regali in cima alle loro cavalcature. Sempre in quest’epoca si affermò l’arte sportiva equina, quando sotto il patrocinio dei Tudor emerse la tradizione delle corse dei cavalli.[3]
Eugène Delacroix, Cavallo spaventato dai fulmini, 1825-1829, acquerello, bianco di piombo su carta, 23,6 x 32 cm, Museo delle Belle Arti, Budapest
George Stubbs, nato nel 1724 era così legato ai suoi soggetti equestri da diventare noto come “il pittore dei cavalli”. Applicò al cavallo un suo interesse infantile per l’anatomia al punto da trascorrere diciotto mesi a sezionare carcasse equine ed un incisore produsse un libro di lastre sui suoi studi. Questi disegni anatomici aiutarono gli artisti successivi.
La metà del XVIII secolo vide la nascita del Romanticismo, gli artisti francesi Théodore Géricault ed Eugène Delacroix furono i sostenitori di questo movimento ed entrambi raffigurarono il cavallo in molte delle loro opere.
L’arte sportiva equina era popolare nel diciannovesimo secolo, artisti molto noti di quel periodo erano Benjamin Marshall, James Ward, Henry Thomas Alken, James Pollard, John Frederick Herring Sr. e Heywood Hardy. Le corse dei cavalli si affermarono gradualmente sempre di più in Francia e il pittore impressionista Edgar Degas dipinse molte scene delle prime corse. Degas è stato uno dei primi pittori di cavalli a utilizzare riferimenti fotografici.
Gli studi fotografici di Eadweard Muybridge sul movimento degli animali ebbero un’enorme influenza sull’arte equina poiché permisero agli artisti una maggiore comprensione delle andature dei cavalli.
Rosa Bonheur divenne famosa principalmente per due opere principali: Arare nel Nivernais (in francese: Le labourage nivernais, le sombrage) e La fiera del cavallo (in francese: Le marché aux chevaux) (che fu esposto al Salon del 1853 (termine nel 1855) ed è ora al Metropolitan Museum of Art di New York. La Bonheur è largamente considerata la più famosa pittrice del XIX secolo.
Isidore Bonheur, il fratello minore di Rosa Bonheur, è conosciuto come uno dei più illustri scultori animalier francesi del XIX secolo. Ha modellato le sue sculture per catturare il movimento o la postura caratteristica della specie particolare. Isidore Bonheur raggiunse con successo questo obiettivo con le sue sculture di cavalli, di solito raffigurate come rilassate piuttosto che animate e che sono tra le sue opere più famose.
Sir Alfred Munnings fu un acclamato pittore che lavorò in Inghilterra nel corso del XX secolo; fu eletto presidente della Royal Academy nel 1944. Si specializzò in soggetti equini, tra i cui corse di cavalli, ritrattistica e studi di zingari e vita rurale.
wikipedia
[Redazione Giornalisti Equestri]