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Più che di torre si potrebbe parlare di torrione o quasi di “palagio” per la pianta spaziosa di questa struttura. Essa fu costruita per la famiglia guelfa dei Ruggerini e venne quasi totalmente abbattuto dopo la cacciata dei guelfi del 1260 (dopo la Battaglia di Montaperti). Venne ricostruita e in seguito passò ai Fastelli e, alla fine del Trecento, ai Gianfigliazzi, che ne rimase proprietaria fino all’estinzione nel 1764.
La Torre dei Gianfigliazzi si trova in Via Tornabuoni a Firenze, accanto alla chiesa di Santa Trinita e davanti al Palazzo Spini Feroni.
Fu pesantemente restaurato nel 1841, quando fu ricostruito il coronamento con i merli e i beccatelli a imitazione dell’antistante Palazzo Spini Feroni. In quell’epoca dovettero anche venire infittiti i piani, con l’apertura di nuove file di finestre rettangolari.
All’esterno si nota il rivestimento in pietra con grosse bozze squadrate di forma regolare, fino alla cornice marcapiano del primo piano. I livelli superiori presentano il più semplice filaretto. Sulla facciata si notano cinque file di finestre su altrettanti piani, le buche pontaie allineate, quattro stemmi dei Gianfigliazzi (con il leone rampante) e, sotto i beccatelli che sorreggano la merlatura di tipo “guelfo”, sono ancora presenti gli stemmi delle famiglie che possedettero l’edificio in precedenza. Inoltre si possono vedere ancora i ferri antichi, usati per legare i cavalli e per sostenere torce, stendardi e quant’altro.
Al piano terra si trova una loggia a tre fornici con sei volte a crociera costolonate in laterizio, che poggiano sulle mura perimetrali e su due pilastri polilobati in pietra, rimessi in luce in un recente restauro. Oggi ospita esercizi commerciali. La scala per i piani oggi si trova nell’aggiunta a sinistra della torre, mentre anticamente era esterna, nella corte retrostante. Tra la torre e la chiesa di Santa Trinita esisteva un vicolo, otturato poi da superfetazioni, dove oggi si trova un edificio di colmo.
NOTE SU FAMIGLIA Gianfigliazzi
Chiamati così, secondo tradizione, dal loro antenato, Johannes Filius Acci, fino dal XII secolo possedevano numerosi edifici in questa zona e lungo via de’ Tornabuoni, dove esiste ancora la Torre dei Gianfigliazzi; all’angolo tra via de’ Tornabuoni e via del Parione possedevano anche una loggia privata, che venne chiusa nel 1732. Essi, appartenenti al “popolo” di Santa Trinita, ebbero una rapidissima ascesa sociale tra il XIII e il XIV secolo, quando divennero improvvisamente ricchissimi grazie all’attività di banchieri e commercianti. La famiglia nei secoli successivi perse gradualmente di importanza. Il ramo principale si estinse nel 1764.
DIVINA COMMEDIA
Dante li ha inseriti nell’Inferno (XVII, vv. 58-60) tra gli usurai, dove i peccatori sono puniti da una continua pioggia infuocata.