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Il cavallo frisone discende da una razza arcaica e si è sviluppato in Frisia, regione situata tra il nord dei Paesi Bassi e della Germania, nella quale sono stati trovati alcuni resti risalenti a circa 3000 anni fa.
Le prime testimonianze scritte risalgono all’epoca romana, quando l’impero si espanse fino alla costa nord-atlantica dell’Europa: lo storico latino Tacito ne esaltò il valore e la forza, ma anche l’aspetto particolarmente sgraziato, risultati di una selezione che lo indirizzavano soprattutto al lavoro nei campi.
Durante il Medioevo si presentava di diversi colori di manto e fu apprezzato come cavallo da combattimento per la sua frugalità, robustezza e infaticabilità, che gli consentiva di portare in groppa il cavaliere con la sua armatura.
Nel XVI secolo, sotto Carlo V, la dominazione spagnola si estese fino ai Paesi Bassi; furono quindi importati numerosi cavalli iberici che si incrociarono con i frisoni, dando origine ad un modello più leggero usato per trainare i cannoni o per le cerimonie. Numerosi quadri di pittori fiamminghi dell’epoca confermano l’evoluzione della razza. Nello stesso periodo il frisone fu anche importato, per via sia terrestre sia marittima, dai porti del mare del Nord e a sua volta migliorò numerose razze europee, quali il Dales e il Fell (la somiglianza è notevole), lo Shire, il Württemberg e l’oldemburghese. Nel XVII secolo i Paesi Bassi passarono sotto la dominazione francese, e gli ufficiali ne gradirono molto il portamento fiero ed il trotto elegante.
Nel XIX secolo giunse in Europa la moda delle corse di trotto; così si cercò di migliorare le già buone prestazioni del frisone nel trotto, incrociandolo con cavalli più leggeri come l’Orlov. Fu a causa di ciò che la razza rischiò l’estinzione.
Fortunatamente nel maggio 1879 un gruppo di appassionati/allevatori si riunirono e determinarono gli elementi caratteristici della razza, stendendo il Libro genealogico del cavallo Frisone. Durante la prima guerra mondiale rimanevano solo quattro stalloni puri e un centinaio di giumente.
Gli allevatori, per preservare il patrimonio genetico, esclusero qualsiasi incrocio con altre razze. La seconda guerra mondiale, con la sua scarsità di mezzi di trasporto e carburante, ne favorì una nuova diffusione.
Alla fine del conflitto, nel 1954 la regina Giuliana dei Paesi Bassi concesse alla società di allevamento del cavallo frisone il titolo di “società reale” e ne divenne quindi la protettrice.
Una seconda crisi colpì la razza quando si diffuse il salto ostacoli, perché la conformazione del cavallo non permetteva la pratica della disciplina se non a bassi livelli. Furono le sue doti per gli attacchi, questa volta a livello sportivo e non più utilitario, a salvarlo una seconda volta. Al giorno d’oggi il frisone non è più a rischio, perché la sua bellezza e peculiarità gli hanno fatto guadagnare una fama mondiale.
I frisoni hanno l’onore di trainare la carrozza della famiglia reale dei Paesi Bassi, oltre a quella del celebre grande magazzino inglese Harrods. A partire dal 1980 circa, l’allevamento è mirato soprattutto a migliorare l’attitudine allo sport (dressage, attacchi, eventing ed endurance), senza perdere il suo carattere docile e gestibile, né le sue caratteristiche di razza.
Fonte : https://it.wikipedia.org/wiki/Frisone_(cavallo)
NOTA
Grazie alle sue origini e all’eleganza del portamento, il cavallo Frisone è spesso utilizzato in scenografie medievali. Il film che lo ha fatto conoscere al grande pubblico è stato “Ladyhawke” del 1985; è stato anche impiegato per rappresentare Bucefalo nel film Alexander del 2004.