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Il grande affresco a Giovanni Acuto del 1436 di Paolo Uccello, situato nella parete interna sinistra della Cattedrale di Santa Maria del Fiore di Firenze, è ispirato vagamente alla statua di Marco Aurelio di Roma, punto di riferimento per tutte le statue equestri rinascimentali, soprattutto prima che Donatello ed Andrea del Verrocchio riportassero in auge le tecniche necessarie per ricominciare a costruire veri e propri monumenti equestri.
L’opera è eseguita a monocromo (o verdeterra) per dare l’impressione di una statua bronzea. Mostra il condottiero, col bastone del comando, su un cavallo che tiene con le briglie e la sella, elementi della cavalcatura moderna che rivelano l’aggiornamento rispetto ai modelli offerti dalla scultura romana.
Il cavallo procede all’ambio per cui alza contemporaneamente le zampe dallo stesso lato, il destro; era opinione di Giorgio Vasari che ciò fosse un errore perché il cavallo non avrebbe potuto stare in piedi, ma la correttezza della posizione fu ribadita dal Baldinucci e dal Cicognara.
L’irruenza del cavallo, trattenuta senza fatica dal condottiero, è tra gli elementi che sottolineano l’abilità del cavaliere, ripresi poi da Donatello nel monumento equestre al Gattamelata.
L’affresco è impostato secondo due diversi impianti prospettici, uno per la base, scorciato dal basso, e uno frontale per il cavallo ed il cavaliere, che rendono la rappresentazione irreale ed enigmatica.
La base ricorda un alto altare, con gli stemmi del condottiero, sopra il quale si trova il sarcofago dipinto, a sua volta sormontato dal monumento equestre.
Sulla cassa si legge l’iscrizione latina: «IOANNES ACVTVS EQVES BRITANNICVS DVX AETATIS SVAE CAVTISSIMUS ET REI MILITARIS PERITISSIMVS HABITVS EST». La firma dell’artista invece si trova sul bordo dell’altare: «PAVLI VGIELLI OPVS».
Le figure risultano curate, auliche, ben trattate volumetricamente tramite un’abile stesura di luci ed ombre col chiaroscuro, rese con un realismo di tipo “analitico”, cioè con un’attenzione più rivolta alla somma delle parti che all’insieme sintetico della figura.
Vi si nota inoltre una tendenza alla geometrizzazione delle forme, che dà all’insieme un effetto di raffinata astrattezza: l’effetto è quello di un condottiero simbolico e ideale, piuttosto che di un personaggio in carne ed ossa.
Le luci, da sinistra, riprendono coerentemente l’illuminazione naturale proveniente dalla cattedrale.
Foto e testo di Wikipedia
[Redazione Giornalisti Equestri]