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Una ippovia è un itinerario percorribile a cavallo, quasi mai asfaltato, che raggiunge e attraversa luoghi naturali come parchi, riserve, boschi, supera colline e valli, costeggia laghi e fiumi, e raggiunge luoghi culturali come aree archeologiche, costruzioni e dimore storiche, borghi.
Consente la pratica dell’equiturismo (turismo a cavallo), ma può essere utilizzata anche per la percorrenza a piedi (trekking) o in mountain bike (cicloturismo).
Lungo il percorso vanno previsti posti tappa, ossia stazioni di sosta attrezzate, possibilmente distanti tra loro non più di 20–40 km, dove il cavaliere e il cavallo possono trovare assistenza, ristoro e la possibilità di pernottare (in foresterie, agriturismo, casolari privati o pubblici rifugi).
In Italia vi sono numerose ippovie come ad esempio quella del parco nazionale del Cilento, il Vallo di Diano e Alburni, un percorso lungo 408km suddiviso in 18 postazioni per ristoro cavalli.
Poi c’è quella del Gran Sasso, un percorso lungo 320 km sito nel territorio del parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. È l’ippovia più lunga d’Italia all’interno di un solo parco.
Le ippovie cosiddette di lunga percorrenza consistono in uno sviluppo itinerante, progressivo, a tappe successive che collegano due o più piane, e dunque più isole con attraversamento di uno o più rami del grande fiume su ponti fissi, ponti di chiatte galleggianti sul corpo idrico o mediante l’ausilio di traghetti.
[Redazione Giornalisti Equestri]