Maca delle Ande (Lepidium meyenii)
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La maca veniva considerata come un dono degli dei, nelle tribù precolombiane del Perù, come da numerosi ritrovamenti archeologici. Inoltre si coltivava come alimento, e a volte era usata nel condimento delle cerimonie di danza religiosa. Il frate Antonio Vásquez de Espinoza, in una descrizione dell’anno 1598, fa menzione del consumo di questa pianta da parte delle popolazioni locali, che la utilizzavano come un forte ricostituente afrodisiaco, capace di aumentare il desiderio sessuale tanto negli uomini che negli animali, e in particolare modo di promuovere la fertilità. Solo nell’anno 1980, si mostrò interesse per questo potente tubero, anche grazie alle tante ricerche fatte da tedeschi e americani. Dopo quella data fu rinominata come: “la coltura persa degli Incas”.
La radice è un tubero carnoso, simile alla rapa, di forma arrotondata, del diametro di circa 8 cm. e lunga fino a 14 cm, di colore variabile dal giallo a rosso scuro. Le foglie sono basali piccole e alterne sui rami laterali. I fiori sono piccoli e apicali di colore giallo.
La Maca delle Ande è una pianta dalle straordinarie proprietà adattogene, ed è fonte di energia e vitalità, grazie all’elevata concentrazione di vitamine (vitamina B1, vitamina B12, vitamina C, vitamina E, vitamina K), sali minerali, carboidrati e proteine. La medicina tradizionale peruviana la consiglia per il trattamento dei sintomi di menopausa, impotenza e deficit erettivo, ma ottimi risultati si sono osservati anche nei casi di calo della libido e di oligospermia (laddove la Maca sembra favorire la produzione di sperma), mentre tradizionalmente è usata come immunostimolante, contro l’anemia, in caso di problemi legati al ciclo mestruale, per potenziare la memoria e per contrastare la sindrome da stanchezza cronica, grazie alla presenza di antiossidanti.
Grazie a questi costituenti presenta la capacità di migliorare la risposta allo stress e alla fatica, e la resistenza agli sforzi massimali.
Fonti varie