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Oltre ai menu quotidiani utilizzati dalle famiglie giapponesi moderne, vi sono diversi tipi di cucina tradizionale raffinata, ereditati dalle tradizioni culinarie di daimyo e samurai. Queste cucine fanno parte dell’alta cucina giapponese, di seguito elencate in ordine cronologico: la cucina yusoku (有職料理 yūsoku-ryōri?) è la cucina celebrativa della nobiltà, diffusa nel periodo Heian,[16] è praticata ancora oggi nella prefettura di Kyoto
la cucina honzen (本膳料理 honzen-ryōri?), diffusa soprattutto tra i samurai durante il periodo Muromachi (1336-1573), è considerata la cucina formale del periodo Edo, entrata in disuso solamente dal periodo Meiji.
Oggi è possibile trovarla nella prefettura di Kochi, sull’isola di Shikoku, col nome di cucina sawachi (皿鉢料理 sawachi-ryōri?)
la cucina kaiseki (会席料理 kaiseki-ryōri?), diffusa soprattutto tra i mercanti e gli artisti, confonde le sue origini con l’omonima cha-kaiseki (懐石料理?), la cucina utilizzata durante le cerimonie del tè; è il tipo di cucina giapponese più comune oggigiorno.
La maggior parte di queste cucine seguivano il principio dell’ichijū sansai (una zuppa e tre altre pietanze) fino al periodo Edo, ma oggigiorno sono composte da più di una dozzina di piatti. Vi è anche una cucina vegetariana buddhista zen originariamente nota come cucina shojin (精進料理 shojin-ryōri?), introdotta dalla Cina nel XIII secolo, in seguito all’imposizione del vegetarianismo buddhista.
È presente anche una moltitudine di cucine locali, delle quali la più famosa è la cucina di Okinawa; inoltre, esistono molte specialità locali: se ne possono trovare vari esempi tra le chinmi, cucine locali dal gusto delicato, che includono tra i propri piatti pietanze a base di pesce e frutti di mare pescati sul posto e preparate secondo le ricette autoctone.
Molti piatti, dolci e bevande sono prettamente legati alle feste giapponesi: lo zoni (お雑煮?), una zuppa di riso con i mochi (impasti di riso glutinoso pestato e acqua) tradizionale del periodo di Capodanno, i piatti della cucina osechi (御節料理 osechi-ryōri?), anch’essi legati alle tradizioni culinarie dei festeggiamenti per l’anno nuovo giapponese, serviti su un particolare contenitore laccato (simile al contenitore per i bento) chiamato jūbako (重箱?), e l’usanza di consumare del pollo durante il periodo di Natale. Durante la “festa delle sette erbe” (七草の節句 Nanakusa no sekku?) che si svolge nel giorno di jinjitsu (人日? il 7 gennaio), è consuetudine mangiare una zuppa di riso condita alle sette erbe chiamata nanakusa-gayu (七草粥?); durante il Setsubun si mangia l’ehomaki (恵方巻き?), un involtino a base di riso che dev’essere inghiottito in un solo morso, e ancora, durante il Kagami Biraki è usanza consumare il kagami mochi (鏡餅?).
L”amazake (甘酒?) e l”amacha (甘茶?) vengono bevuti rispettivamente durante l’Hinamatsuri e l’Hana matsuri. I dolci kashiwa-mochi (柏 餠?) e chimaki (粽?) sono tipici della “festa dei bambini” (子供の日 Kodomo no hi?), mentre la chitose ame (千歳飴? “caramella dei mille anni”) è un dolce che viene degustato durante il Shichi-go-san.
Fonte: Wikipedia