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Gli speroni inizialmente non avevano rotelle, ma erano appuntiti e lunghi. A quei tempi l’imboccatura, chiamata buade, era molto severa e la sella aveva un alto pomello anteriormente e posteriormente.
Le gambe del cavaliere, perciò, scendevano diritte e, poiché le ginocchia non potevano essere piegate, era necessario uno sperone lungo per mitigare l’azione troppo forte del morso. Ancora oggi gli Arabi usano questo tipo si sperone che si chiama shabir.
Con il progresso dell’equitazione gli “effetti della forza” hanno lasciato il posto alla “forza degli effetti” e la punta a stiletto è stata rimpiazzata da rotelle, severe, medie o leggere in proporzione all’acutezza delle loro punte.
La scelta del giusto grado di severità delle rotelle necessario per ogni particolare animale è dettata dalla sua insensibilità o dalla sua sensibilità e determinata dal tatto equestre del cavaliere.
In ogni caso il cavallo deve prima essere abituato a rotelle smussate e addestrato gradualmente a quelle più severe. È stata usata una gran varietà di rotelle accompagnata da varie teorie per spiegare le loro diverse forme. Praticamente è importante che le rotelle girino in modo sciolto sul perno. Altrimenti, i peli del cavallo possono rimanere incastrati attorno ad esse e impedire del tutto la possibilità di girare.
In questo caso le punte, rimanendo fisse, risultano molto più severe e il cavaliere potrebbe involontariamente usare lo sperone con più forza di quella desiderata. Inoltre il movimento della rotella dall’alto verso il basso fa risultare l’azione dello sperone più severa rispetto al movimento nella direzione inversa.
In ogni epoca, nella storia dell’equitazione, “l’attacco” degli speroni è stato considerato sia un mezzo di correzione e punizione sia un modo per aumentare l’effetto delle gambe.
Alcuni scrittori che si sono occupati dell’argomento hanno affermato che l’uso degli speroni segue l’invenzione del morso e della briglia come sua necessaria conclusione.
Ovviamente, il morso in bocca, appoggiato sopra le sensibili barre, dà adito a scomodità e addirittura a dolore, così che il cavallo naturalmente esita ad avanzare andando incontro a questa sensazione.
In particolare questo era il caso dei primi morsi, con le loro lunghe aste e i loro dischi con eliche applicati al cannone.
Quando le sole gambe si sono mostrate insufficienti a spingere il cavallo in avanti contro il morso si è dovuta utilizzare la frusta. Ma questa può essere usata su un solo lato alla volta e perciò è inefficiente.
Inoltre, il soldato a cavallo, con le redini in una mano e la lancia o la spada nell’altra, non poteva usare la frusta. Perciò è stato necessario inventare gli speroni per spingere il cavallo in avanti nonostante il dolore inflitto dal morso usato dal cavaliere con la “mano pesante”.
Il primo maestro che cominciò ad usare lo sperone con moderazione ed intelligenza fu Comte de la Guérinière.
Il suo principio della “delicata pressione degli speroni” è ancora osservato dalle scuole di equitazione più progressiste. Ma l’equitazione, grazie ai progressi fatti dai tempi di de la Guérinière, è passata dalle basi istintive a quelle razionali e ora a quelle scientifiche. Non è più questione di praticare quello che i nostri antenati hanno fatto ma di seguire un’educazione progressiva, una successione razionale delle cause e degli effetti usati dall’uomo sul cavallo.
Fonte
wikibooks.org
[Redazione Giornalisti Equestri]