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Le tracce delle linee di sangue dei destrieri scomparvero dalla documentazione scritta durante il XVII secolo, quando il cavallo “pesante” medievale scomparve in via definitiva dalla scena bellica.
Molte razze da tiro moderne rivendicano un legame con il magnus equus medievale ed alcuni storici considerano razze come il Percheron, il Belga da tiro e il Suffolk Punch probabili discendenti del destriero.
Altri storici scartano questa teoria, poiché la documentazione suggerisce che il cavallo da guerra medievale fosse piuttosto diverso dal moderno cavallo da tiro. Ciò teoria suggerirebbe che i cavalli da guerra siano stati incrociati con i cavalli da lavoro “a sangue freddo”, poiché i cavalli da guerra, e il destriero in particolare, erano rinomati per la loro natura a “sangue caldo”.
Alcune razze di cavalli moderne hanno subito poco (o nessun) incrocio sin dal Medioevo e quindi rivendicano una stretta vicinanza ai loro antenati: es. il cavallo islandese, la cui razza è pura dall’anno 982.
Durante il Medioevo, i cavalli furono raramente classificati per razza quanto piuttosto per tipo: cioè descritti per il loro utilizzo o i loro attributi fisici. Molte delle definizioni non sono precise e altre addirittura intercambiabili.
Prima del XIII secolo circa, furono scritti pochi alberi genealogici. Pertanto, molti termini per i cavalli nel Medioevo non si riferivano alle razze come le conosciamo oggi ma descrivevano aspetto o utilizzo.
In generale, il tipo di cavallo rispecchiava la ricchezza dell’utilizzatore: un signore non avrebbe mai cavalcato lo stesso tipo di animale che i contadini usavano per arare o trasportare i prodotti nelle fiere. La qualità e il prezzo del cavallo erano dunque proporzionali alla qualità dell’utilizzatore.
L’uso principale del cavallo nel Medioevo fu quello militare. L’animale permetteva al guerriero montato di muoversi più velocemente sul campo di battaglia, inseguire i nemici in fuga, colpire più efficacemente con più slancio oltre a sopraffare gli uomini a piedi colpendoli dall’alto verso il basso, con maggiore efficienza.
Uno dei cavalli medievali più conosciuti era il destriero, rinomato e ammirato per le sue capacità in guerra. Era ben addestrato e doveva essere forte, veloce e agile.
Uno scrittore del XIV secolo li descrisse come «alti e maestosi e con grande forza.»
Nelle fonti contemporanee, il destriero veniva spesso definito il “grande cavallo” (in lingua latina magnus equus) a causa delle sue dimensioni e della sua reputazione.
Essendo un termine soggettivo, non fornisce informazioni precise su altezza o peso effettivi ma poiché il cavallo medio dell’epoca era alto 12 palmi al garrese un “grande cavallo” per gli standard medievali potrebbe apparire piccolo ai nostri occhi moderni.
Il destriero era molto apprezzato da cavalieri e uomini d’arme ma in realtà non era molto comune e sembra essere stato il più adatto alla giostra che alla guerra.
Il corsiero era generalmente preferito per le dure battaglie in quanto leggero, veloce e forte. Era costoso ma non quanto un destriero ed usato frequentemente anche per la caccia.
Il palafreno era un cavallo addestrato che poteva eguagliare il prezzo d’un destriero, popolare tra i nobili e i cavalieri di alto rango per l’equitazione, la caccia e l’uso cerimoniale.
L’andatura ad ambio era un tratto desiderabile in un palafreno, poiché l’andatura regolare consentiva al cavaliere di coprire rapidamente lunghe distanze con relativo comfort.
Al gruppo dei palafreni apparteneva il jennet, un piccolo cavallo allevato per la prima volta in Spagna da razze berbere ed arabe.
La loro natura tranquilla e affidabile, così come le dimensioni, li rendevano popolari come cavalli da sella per le donne ma furono usati anche come cavalli da guerra dagli spagnoli.
wikipedia
[Redazione Giornalisti Equestri]